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Non è un paese per giovani (aridaje)

15 Ott

Anche in questa occasione il titolo di questo post ha un retrogusto amaro, dovuto ad una questione tipicamente italica:

Agenzia per la sicurezza nucleare: c’è l’accordo su Veronesi presidente – La Stampa

L’Agenzia per la sicurezza nucleare riempie la prima casella, quella del presidente. L’oncologo Umberto Veronesi ha accettato «volentieri» di guidare la nascente struttura. Quasi in contemporanea è giunto il placet istituzionale: nel corso di una riunione al ministero dell’ Ambiente tra i ministri dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e dello Sviluppo economico, Paolo Romani, è stata espressa «grande condivisione» sulla figura prescelta.

Non parlerò della scelta del Paese sul nucleare, ma sulla scelta di Umberto Veronesi, che non è una sorpresa, dato che se ne parla da mesi.

“Poi però non ci si strappi le vesti sulla fuga dei cervelli”, osserva puntualmente Stefano, ricordando che Umberto Veronesi a fine novembre avrà compiuto 85 anni. E questo è un aspetto da considerare per riflettere sul terzo di quei cinque punti fondamentali che Veronesi ha tenuto molto a chiarire all’indomani del dibattito nato lo scorso luglio luglio (nel primo punto ha assicurato le dimissioni dal Senato in caso di accettazione, per cui dovrebbe essere superfluo chiedergliele ora).

Nel Terzo punto Veronesi aveva scritto: “le mie competenze in qualità di Presidente sarebbero di coordinamento degli esperti in materia di nucleare (prevalentemente fisici), con una responsabilità diretta circa la sicurezza per la salute della popolazione”. Se interpreto correttamente questa posizione, Veronesi sarebbe dunque direttamente responsabile in caso si concretizzassero rischi per la salute.

Il punto è questo: andrà tutto benissimo e non servirà toccare legno, ferro e ogni altro oggetto di scaramanzia, ma questa premessa dice che Veronesi sarebbe ritenuto direttamente responsabile in caso si concretizzassero rischi per la salute. Ma considerando il tempo necessario all’iter di introduzione del nucleare, qualora si verificassero questi rischi, quali conseguenze potrebbero realmente essere addebitate ad un Veronesi per esempio novantenne, per essersi assunto le proprie responsabilità?

Per il resto comincio a condividere le perplessità espresse da qualcuno lo scorso luglio.

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3 risposte a “Non è un paese per giovani (aridaje)

  1. Stefano Quintarelli

    16 ottobre 2010 at 14:09

    aggiungi che, se va tuto bene, saranno completate nel 2019, quando il nostro avrà 93 anni. http://www.newnotizie.it/?p=173330

    La sicurezza nelle centrli elettriche, di qualunque natura, e’ un mestiere che puo’ riguardare la gestione dei processi, la geologia, l’ingegneria, l’elettronica, la fisica, ma che non c’entra proprio nulla ma nulla con la medicina.

    Sarebbe come affidare la sicurezza negli stadi ad un ex infermiere autista di ambulanze. Conosce l’argomento per partecipare alla gestone degli effetti di eventuali scontri, ma cosa ne sa di come si evitano e prevengono e gestiscono quando accadono ?

     
  2. db

    16 ottobre 2010 at 14:24

    Il mandato di presidenza dura sette anni, se non erro, quindi quando avrà 93 anni sarà al massimo presidente emerito, ma senza cariche esecutive.
    Insomma, gli si prospettano tutte le condizioni per lavorare in serenità e dormire tra due guanciali. Hai ragione, è un bel modo per festeggiare il compleanno.

     
  3. Ferd

    16 ottobre 2010 at 15:28

    Scegliere Veronesi è la soluzione più opportuna per chi doveva scegliere, non la migliore. Perché? Il motivo è semplice e complesso. Anzi articolato.

    Veronesi può piacere potenzialmente a entrambe le fazioni politiche: è favorevole al nucleare (come il centrodestra) pur essendo un senatore del PD (centrosinistra). E’ uno scienziato, anche se in campo medico e farmaceutico e questo, oltre alla sua affiliazione politica, lo rende un candidato migliore di Margherita Hack (altro scienziato graditissimo a sinistra, ma favorevole al nucleare amato dal centrodestra).

    Ipotesi, anzi fiction: in caso di incidenti o riscontri di malattia derivante dall’assorbimento di radiazioni, la gente da chi andrà a farsi curare? Da lui, in grado di fronteggiare l’emergenza (non la causa, ma ciò che ne consegue in termini di ricadute sulla salute). E per questo sarà osannato da eroe e pagato, dai malati o dallo stato, che potrebbe valutare di indennizzare la sua opera di ricerca e cura medica.
    E’ vero, in background ci sarà un conflitto di interessi. Ma non facciamoci ingannare: non è un problema, bensì una delle condizioni fondamentali per prosperare e arrivare in alto.