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La baia torna accessibile

28 Set

Il dissequestro di ThePirateBay è realtà, dopo l’annullamento disposto dal Tribunale del Riesame di Bergamo, i provider stanno rimuovendo i filtri applicati un mese e mezzo fa. Il supporto giuridico al ricorso presentato da Peter Sunde è stato opera dei due legali Giovanni Battista Gallus e Francesco Paolo Micozzi, coadiuvati dall’esperto Matteo Flora per la parte informatica.

Dal punto di vista della tutela dei diritti degli utenti e della neutralità delle risorse utilizzabili in rete, è una buona notizia, anche se al momento non è dato conoscere le motivazioni che il Tribunale ha ritenuto valide ad annullare il blocco disposto dalla Procura di Bergamo, ma è importante sottolineare un fatto: Gallus, Micozzi e Flora hanno prestato la propria opera pro bono publico, che significa che hanno lavorato gratuitamente con l’intento dichiarato di ristabilire una condizione di legittimità di fronte ad un provvedimento che aveva il sapore di censura, più che di sequestro preventivo.

Per coloro che condividessero le perplessità espresse da Stefano Quintarelli sul fatto che Matteo Flora aveva svolto per Mediaset una perizia di parte contro YouTube (non lavorando gratis), mentre in questo caso si è prestato senza richiedere alcun compenso, rimanderei ai commenti al post di Stefano, in cui la discussione si è fatta interessante (al netto delle micropolemiche nate tra alcuni commentatori).

Mi fermo quindi alla notizia in se’, perché ritengo fondamentale conoscere le motivazioni che hanno portato al dissequestro (come detto sopra, non sono ancora state rese pubbliche). Al giudice sono state presentate varie motivazioni (cito per sommi capi da Punto Informatico):

  • questioni di natura tecnica legate al diritto alla difesa, come la mancata notifica del provvedimento a Peter Sunde, ed altre questioni legate a procedimenti di garanzia e via dicendo
  • l’impossibilità di emettere una inibizione senza sequestro di siti, in questo contesto non c’è il supporto normativo per una operazione di questo genere,
  • al contrario di quanto espresso nel provvedimento di blocco il mero accertamento statistico sulle operazioni che vi si svolgono non è sufficiente a ritenere che The Pirate Bay sia un oggetto nato per produrre una violazione ai danni del diritto d’autore, né in questo senso può essere considerato il fatto che si chiami Baia dei Pirati, perché altrimenti verrebbe messa in discussione la libertà di esprimersi, anche con dissenso, rispetto alle attuali normative sul diritto d’autore

Secondo il mio punto di vista, se il Tribunale del Riesame avesse accolto il ricorso per il primo aspetto, non ci sarebbe esattamente da stare allegri, perché significherebbe che il dissequestro è stato disposto per una motivazione processuale. Motivazioni più “di merito”, invece, giustificherebbero la soddisfazione di tutti coloro che oggi cantano vittoria. Fermo restando, beninteso, che nessuno dice che nell’ambito di TPB non si commettono illeciti.

 
1 Commento

Pubblicato da su 28 settembre 2008 in news

 

Una risposta a “La baia torna accessibile

  1. Orio

    29 settembre 2008 at 09:34

    Se ho capito bene, la motivazione potrebbe anche stare solo in un cavillo (come un vizio di forma nel procedimento del sequestro) e se fosse cosi’ basterebbe rifare le cose “per benino” e riottenere il sequestro, giusto?