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Fischi per fiaschi, Waterloo per Austerlitz

05 Apr

(Questa è una delle aziende più belle che esiste al mondo)

Nei giorni scorsi mi ero perso la performance di Luca Luciani, ma l’ho vista ieri sera nella replica di Deejay chiama Italia (bellissima trasmissione televisiva, forse proprio perché fatta in radio). Il capo dei domestic mobile services di Telecom Italia si è ispirato ad un’epica impresa per parlare di riscossa e vittoria. Come ormai tutti sanno, Luciani ha raccontato che Napoleone, contro ogni previsione, a Waterloo compì il suo capolavoro da condottiero. Peccato che a Waterloo fu sconfitto, mentre la sua più bella vittoria fu quella della battaglia di Austerlitz.

Tutto questo cosa ci insegna? Probabilmente poco, probabilmente ci dice solo solo che ai manager di oggi, forse, manca una base culturale che un tempo era irrinunciabile.

Tra l’altro, ancor prima di averne sentito parlare a scuola (e di capire come erano andate le cose), io sapevo già della battaglia di Austerlitz fin da piccolo, per averne letto un riferimento in una storia letta su Topolino, che ricordo ancora oggi. E questo cosa mi dice? Anche in questo caso poco o nulla, ma se Luca Luciani avesse letto (e ricordato) quella storia pubblicata da Topolino tanti anni fa, oggi lui non sarebbe certo ricordato da tutti per una figuraccia da collezione!

 
6 commenti

Pubblicato da su 5 aprile 2008 in media, Mondo

 

6 risposte a “Fischi per fiaschi, Waterloo per Austerlitz

  1. aghost

    5 aprile 2008 at 22:10

    dario, io credo, come è stato detto da molti, che il problema non è la castroneria su “napoletone”, ma tutto il discorso in sé 🙂

    Questi manager sono la vera rovina delle aziende 🙂

     
  2. db

    6 aprile 2008 at 00:49

    Infatti la castroneria è solo la punta dell’iceberg. Un Napoletone può anche scappare (anche se sembra detto da Luca Giurato), ma tutto il resto no (“respiro sfiducia” può rendere bene l’idea, ma “aria di aspettativa” che c’azzecca?). E il fatto che dalla sua bocca sia uscito un Waterloo non è un lapsus, visto che nel suo bel discorso l’ha anche “localizzata”. E dopo pochi secondi, credo che anche a me sarebbe venuta una “faccia da senso critico”.

     
  3. Sally

    6 aprile 2008 at 07:55

    E’ vero che manca la base culturale, e anche professionale. Quella base che fa la differenza tra un manager e uno che si sa vendere bene.

     
  4. Ferd

    6 aprile 2008 at 08:05

    Sally hai ragione. E aggiungo anche una considerazione: guardate Marchionne, lui appena può si presenta in maglione e camicia anche nelle occasioni ufficiali (e Fiat oggi va piuttosto bene), mentre questi “trop manager” di Telecom sono sempre tutti “infighettati” (e Telecom si sa come va).
    Con questo non voglio dire che chi cura la sua immagine non e’ in grado di lavorare bene, ma solo che l’abito non fa il monaco: inutile ostentare sicurezza e fare tanti bei discorsi (“bei”, insomma) tirando il ballo il paragone con il calcio (facile e fa presa con chiunque), se l’azienda non va bene un motivo c’e’…